Musica per Meditazione (14,3 Mb) Brano newage free mp3 durata di 15 min. composta da Ruggero Moretto, da utilizzare per tutte le vostre sedute di Meditazione
>>> Clicca di seguito per acquistare il CD di Meditazione Guidata di Ruggero Moretto (40 Min.)
Lo yoga è la scienza che da millenni è riuscita ad analizzare e a definire, meglio di ogni altra, la mente umana, scoprendone i meccanismi psicologici più profondi e complessi e riuscendo a spiegare, attraverso un'analisi sempre precisa, il comportamento e le reazioni dell'individuo in ogni situazione specifica della vita.
La mente dell'uomo presenta due aspetti opposti e contrastanti: da una parte è attirata verso la ricerca della propria natura divina, spinta in questa direzione da un innato bisogno spirituale che prima o poi affiora nel naturale processo evolutivo. Sotto questo profilo, la mente diventa il mezzo unico, lo strumento indispensabile che l'uomo possiede per compiere un progresso spirituale. Allo stesso tempo, essa rappresenta l'ostacolo più forte da smontare per percorrere il cammino dello yoga, in quanto, per sua natura, è anche fortemente attirata verso tutto ciò che è apparente e illusorio.
Anzi, secondo la concezione che considera maya, l'illusoria realtà empirica contrapposta al Brahman, l'unica vera realtà, la mente stessa è illusoria: il suo contenuto, i pensieri, i desideri, i sogni sono solo apparenti. Allo stesso tempo però la mente, da un punto di vista relativo, esiste, ha un forte potere e ha una precisa struttura: manas, la mente ordinaria, buddhi, l'intelletto superiore che ha la facoltà di discernere, ahamkara, l'ego che determina l'individualità e citta, la mente inconscia dove vengono immagazzinate tutte le impressioni, frutto delle percezioni sensoriali, le memorie legate alle esperienze accumulate nel corso delle innumerevoli esistenze.
I grandi maestri, fin dall'antichità, hanno fatto luce sulla struttura mentale dell'individuo per offrire i mezzi di reintegrazione, mettendo in evidenza gli ostacoli maggiori che si incontrano sulla strada yogica, che nascono non dall'esterno, bensì all'interno dell'uomo. Il desiderio viene visto come il freno più forte, che impedisce all'uomo di staccarsi dalle cose mondane, di uscire dal vortice dell'esistenza, ed è considerato come la causa incessante di tutte le vritti della mente.
Negli Yogasutra, cinque diversi tipi di vritti sono classificati e definiti molto chiaramente da Patanjali.
La parola vritti è tradotta come "modificazione, movimento, attività, onda", intendendo con questo termine le diverse condizioni della mente quando è distolta dalla sua natura reale e si identifica negli oggetti che percepisce, assumendone la forma.
L'insegnamento degli yogi, dei saggi, delle sacre scritture, indica 1'avidya, l'ignoranza, il non conoscere la vera natura divina dell'uomo, come la causa unica che genera il desiderio il quale, a sua volta, produce attaccamento.
Il desiderio crea disturbo, compare nella mente conscia e, finché non viene soddisfatto, crea tensione e sofferenza; al suo appagamento segue una breve tranquillità fino al sorgere di un altro nuovo desiderio.
Anche quando la mente sembra apparentemente in uno stato di quiete, i desideri sono presenti nell'inconscio: a livello latente, pronti a riaffiorare.
L'azione di purificazione, che chi intraprende la strada spirituale deve affrontare, ha lo scopo appunto di liberare la mente, eliminando le cause di disturbo per permettere alle energie spirituali più sottili di fluire.
Analizzare la propria natura con atteggiamento critico porta a intravedere gli attaccamenti agli oggetti e alle persone che ci circondano da cui ci si sente naturalmente attratti. L'attaccamento crea una catalizzazione dei pensieri così forte che non consente alla mente, che ne resta completamente assorbita, di spaziare oltre e produce l'alternanza di piacere, quando si gode dell'oggetto del desiderio (raga) e di dolore quando questo viene a mancare (soka).
Attrazione e repulsione (raga e dvesa) costituiscono la coppia di opposti che lega l'individuo agli oggetti sensoriali, condizionandone fortemente la vita.
Di solito l'uomo, dominato da questa alternanza, è attratto con intensità da oggetti e persone, verso i quali, trascorso il momento di coinvolgimento e passione, nutre per lo più sentimenti di insofferenza e di rifiuto.
Non sempre, a causa dell'ego, si riescono a riconoscere i propri attaccamenti ed è per questo che l'azione del Maestro è così importante, perché mette a nudo la psiche tendenze più nascoste a emergere, quelle tendenze che da soli non si riuscirebbero a scoprire e, ancora meno, a superare.
La lotta contro gli attaccamenti è lunga e difficile in quanto, anche quando si riesce con uno sforzo enorme a eliminarne uno, in realtà si cambia solamente l'oggetto dell'attaccamento perché, poco dopo, la mente sposta l'attenzione su un altro oggetto e si ricrea e si ripete lo stesso meccanismo.
Nel momento in cui si decide di dare alla propria vita uno scopo spirituale ed evolutivo, ha inizio la battaglia interiore contro le tendenze negative, battaglia che deve essere affrontata con forza e decisione anche quando ciò crea sofferenza: questa è la sadhana necessaria per superare l'ego. Solitamente, purtroppo, si tende a essere indulgenti con se stessi, a trovare facili e comode giustificazioni e, quando ci si dimostra così deboli, sono ancora la mente e l'ego che trionfano.
La mente comune è completamente assorbita nel movimento incessante dei desideri che può esaurirsi solo quando si smuove la loro radice. Ciò si ottiene quando si comprende che in realtà niente ci appartiene e che, per il naturale movimento della vita. ciò che possediamo oggi non è detto che l'avremo anche domani, che tutto ciò che ci circonda è effimero e che la vera realtà è un'altra, celata sotto le sovrapposizioni della maya.
E' sempre il potere della maya che ci rende inconsapevoli dei continui mutamenti che si verificano in noi e intorno a noi.
L'attaccamento a se stessi, che si esprime con atteggiamenti negativi di orgoglio e di presunzione, di desiderio di affermazione di sé, di rafforzamento della propria identità e con il bisogno di gratificazione, costituisce un notevole ostacolo. Come anche l'attaccamento al corpo fisico che si rileva con la paura delle malattie, della vecchiaia e della morte. Persino gli attaccamenti apparentemente più banali incidono profondamente sul nostro inconscio, rafforzano il nostro ego, influenzano anche le vite successive, creando la nascita di nuovi samskara che determineranno nuove incarnazioni.
Anche il coinvolgimento emotivo, sentimentale, affettivo, su cui si fondano i rapporti interpersonali, crea piacere e felicità, ma pure dolore e sofferenza, quando non si è in grado di essere impersonali e alla base c'è desiderio e senso del possesso.
Uno dei metodi yoga per superare tali ostacoli consiste nello sviluppare tendenze positive per sostituire quelle negative, meditare sull'opposto di ogni impulso per render più debole la forza che alimenta gli aspetti più bassi della nostra natura. "Quando la mente è turbata da pensieri scorretti, la ponderazione costante sugli opposti costituisce il rimedio". (YS. I. 33) Questo richiede una grande forza di volontà del sadhaka e una forte applicazione, ma è l'unico mezzo efficace per sconfiggere pensieri, abitudini, tendenze negative: la concentrazione sui loro opposti fa sorgere attitudini positive che, sviluppandosi, tolgono intensità alle tendenze indesiderate.
E' necessario spostare l'attenzione dagli oggetti esterni verso se stessi, raccogliersi sulla propria reale identità, ricercare una gioia interiore, molto più stabile rispetto alla felicità che deriva dall'esterno, soggetta a inevitabile alternanza con il dolore, data l'instabilità delle situazioni che la vita offre.
La disciplina yoga permette di modificare il contenuto della mente, rendendola capace di percepire un'altra realtà oltre quella sensoriale e di diventare strumento di conoscenza.
Il saggio Vasista, nei suoi insegnamenti al principe Rama, spiega che per realizzare l'Assoluto è indispensabile liberare la mente, sviluppare lo stato di contentamento, santosha, creando la calma e la pace mentale. Rammenta inoltre al suo discepolo che l'affollarsi dei desideri serve solo a riempire la mente con la vanità della loro natura che è la causa di tutte le afflizioni.
Un atteggiamento corretto è quello di vivere il momento presente, senza attaccamento al passato, alle cose che non esistono più se non come impressioni nella memoria e senza aspettative verso ciò che deve ancora avvenire: il futuro che si svolgerà, per effetto karmico, in base alle azioni presenti, ma che potrà avere uno svolgimento imprevedibile perché molte e complesse sono le cause che concorrono a determinarlo.
Anche chi intraprende la strada spirituale, pur lasciandosi alle spalle tante abitudini e strutture mentali negative, si ritrova a dover affrontare ancora attaccamenti, senz'altro più positivi, che possono essere di aiuto, di stimolo per la crescita evolutiva: l'attaccamento al Maestro, a un luogo sacro, alla propria sadhana. Ma anche questi attaccamenti producono condizionamenti, aspettative, conflitti e sofferenze finchè non si riesce a superare il senso di separazione, frutto della maya che crea le differenze. Solo sviluppando la sensibilità e l'apertura mentale, ci si può sentire in unione con ogni essere e forma vivente e intravedere Dio in ogni cosa, in quanto la manifestazione è contenuta nella coscienza stessa, è una sua espressione. Prima di raggiungere la soppressione dei desideri, traguardo molto avanzato, è giusto lasciare spazio a dei desideri puri, più elevati, come il desiderio di realizzazione che è un desiderio sattvico perché dà la giusta spinta al sadhaka per canalizzare tutte le sue energie verso un'unica direzione.
Solo lo yogi, l'essere evoluto, può essere definito veramente libero dal desiderio e dall'attaccamento; la sua azione è detta perciò niskamakarma, cioè azione esente da desiderio e che non produce altro karma. Ciò avviene perché egli possiede viveka, la facoltà di discriminare ciò che è giusto da ciò che non lo è, ha rinunciato al mondo, ha realizzato il vairagya che è il completo distacco e l'assenza di qualsiasi attrazione dagli oggetti che producono piacere.
"La consapevolezza della padronanza perfetta dei desideri, nel caso di chi abbia cessato di anelare agli oggetti visibili e non visibili, è il vairagya." (YS.1. 15.)
La via della liberazione che nasce dal distacco dal mondo porta lo yogi verso il bene e la conoscenza ed è la via evolutiva, contraria alla via involutiva dell'ignoranza spirituale e dell'identificazione nel mondo.
Nello Yogavasista, si racconta che un giorno il Dio Siva di fronte a un sovrano, afflitto dalle sofferenze e dalle passioni umane, pronunciò queste parole: "E’ detto essere il più grande nell'azione colui il quale compie le azioni così come si presentano, senza mostrare piacere o desiderio di fruizione. E' detto eseguire bene la sua parte colui che non è toccato emotivamente da persona o cosa alcuna, ma guarda a ogni oggetto come un testimone ".
Lo yoga offre i più validi mezzi per operare la trasformazione della mente, ma ciò può avvenire solo se l'evoluzione spirituale diventa il più importante scopo della vita, superiore a ogni altro interesse e se a esso vengono dedicate tutte le energie. In questo, il guru è esempio costante, con il suo agire impersonale e distaccato, rivolto verso un'unica direzione, la coscienza divina di cui egli è il veicolo. Non è possibile nello yoga, come in tutte le altre tradizioni mistiche, alcun progresso senza la guida di un Maestro che, per mezzo della sua conoscenza, può guidare il discepolo sulla strada spirituale indicandogli i mezzi più idonei ed efficaci. Solo in questo caso, la mente potrà veramente essere liberata facendo emergere la vera natura divina.
Così ancora si esprime il saggio Vasista "Avvicinati al Maestro o Rama, con fede e reverenza, ascolta ogni giorno la santa verità dalla sua viva voce, servendolo con tutte le tue facoltà. Un giorno riceverai per suo tramite la verità divina e sarai libero ".
Nei libri dell’Agni Yoga ritroviamo una sintesi degli antichi insegnamenti orientali, del moderno pensiero occidentale, ed un legame tra scienza e spiritualità. A differenza degli Yoga precedenti, l’Agni Yoga, o Yoga del Fuoco, non è un percorso di disciplina fisica, meditazione o ascetismo.
E’ lo Yoga dell’energia del fuoco, della consapevolezza, del pensiero diretto e responsabile.
Insegna che l’evoluzione della coscienza planetaria è una necessità pressante e che, attraverso lo sforzo individuale, può diventare un’aspirazione accessibile per l’umanità.
Afferma l’esistenza della Gerarchia di Luce, ed individua nel Cuore il punto di contatto con essa.
Nonostante non sia strutturato in modo sistematico, l’Agni Yoga è un insegnamento che aiuta l’allievo, a portare alla luce le indicazioni spirituali con cui imparare a gestire la propria vita e poter poi contribuire al bene comune. E’ per questa ragione che l’Agni Yoga è stato chiamato "un’etica vivente".
Helena Roerich, a proposito del ruolo del singolo individuo nell’evoluzione spirituale dell’umanità, ha scritto: "Il maggiore giovamento cui possiamo contribuire, consiste nel risveglio della coscienza e nel miglioramento ed arricchimento della qualità dei nostri pensieri, che, insieme alla purificazione del Cuore, rafforzano le nostre emanazioni. Così, aumentando il nostro livello vibratorio, contribuiamo a ristabilire la salute di tutti coloro che ci circondano."
L’Agni Yoga è un cammino di altruismo consapevole, di equilibrio tra l’automiglioramento ed il servizio per il bene comune. E’ la strada migliore per arrivare alla conoscenza di se stessi ed ai mondi superiori. E’ il sentiero di tutti i Messaggeri della Luce, un denominatore comune spirituale che attraversa nazioni, secoli, culture e civiltà.
L’Agni Yoga è un percorso di Bellezza, Amore e Conoscenza compiuto con Consapevolezza ed in modo equilibrato e proporzionato. Enfatizza l’importanza della Gioia intesa come percezione attiva e consapevole della Bellezza, dell’Amore e della Conoscenza.
Conoscenza e Bellezza, attraverso l’Amore, portano alla Consapevolezza e alla Saggezza: queste a loro volta, generano l’Azione illuminata.
Lo Yoga è un'antichissima conoscenza pratica che ci aiuta a realizzare l'unione con l'infinito, con l'Essere Unico, Dio, che è la nostra vera natura. La parola stessa "Yoga" significa"unione", e rappresenta lo stato di unione tra l'anima individuale e quella universale, tra l'essere umano e l'infinito. Quindi, qualsiasi pratica che ci permette di realizzare tale unione può essere considerata Yoga.
Lo Yoga è anche uno dei sei sistemi della filosofia indiana, dove sono trattati i veri passi che bisogna compiere e i diversi aspetti della mente, del corpo e dello spirito che bisogna sviluppare per raggiungere il "samadhi", lo stato di totale assorbimento con Dio.
In genere, in occidente, si associa il termine Yoga ad uno dei sentieri dello Yoga: quello fisico, cioè l'"hatha yoga". In questo sentiero si parte dal corpo, dal ristabilire l'equilibrio fisico, sia a livello superficiale che più profondo, in modo da fare fluire l'energia spirituale individuale dentro di noi, fino a ricongiungersi con l'energia cosmica. Ma ci sono altri tipi di Yoga. C'è lo "Jnana yoga" o Yoga della conoscenza. In esso si cerca, attraverso il raffinamento della capacità di discernimento della mente, di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, fino a trascendere la mente stessa e unirsi all'infinito.
Il "Bhakti yoga", invece si basa sullo sviluppo dell'amore e della devozione, sull'apertura del cuore. In esso ci si scioglie nell'amore verso il proprio GURU (Maestro) o verso l'aspetto di Dio per cui più siamo portati. E' un sentiero di gioia che cresce sempre di più. In esso è facile dimenticare il proprio ego e perdersi nell'Amore Divino. Il "Karma Yoga", o Yoga dell'azione, si basa sul corretto agire, sull'aiuto altruistico e il servizio disinteressato. Il "Kundalini yoga" è basato sul risveglio della Kundalini o energia spirituale. Ci sono tanti tipi di Yoga, tanti sentieri. Ognuno può scegliere quello più adatto alla propria natura e seguirlo fino in fondo.
Qualsiasi sentiero seguiamo è fondamentale l'aiuto di un Maestro Illuminato, di un essere che sia giunto alla meta, all'unione con Dio. Altrimenti è facile cadere nelle trappole della nostra stessa mente.
Tutte le religioni del mondo possono essere riassunte in un concetto fondamentale: quello secondo cui il rapporto con Dio si deve ottenere progressivamente mediante una serie di cose da fare; bisogna, cioè, fare qualcosa per guadagnarsi un certo grado di accesso a Dio e un rapporto con Lui.
Il Cristianesimo insegna, invece, che il rapporto con Dio è un dono gratuito di Dio, e va accettato per fede per poter entrare in relazione con Lui e sperimentare personalmente questa relazione.
La quintessenza delle religioni del mondo, dove gli sforzi dell'uomo sono quelli che gli permettono di ottenere la comunione con Dio, può essere esemplificata osservando il Buddismo.
L'iniziato Buddista inizia con le "quattro nobili verità". Esse insegnano che la sofferenza nasce dall'attaccamento ai desideri, e che cessato tale attaccamento finisce anche la sofferenza. Per liberarsi dei propri desideri, basta seguire quello che i Buddisti chiamano l'"ottuplice sentiero". Esso consiste in tre qualità: saggezza (panna), moralità (sila) e meditazione (samadhi). Ad ognuna di esse è collegato un elenco di cose da fare (parola pura, pensiero puro, luogo puro, corpo puro, ecc).
Ognuna di esse, a sua volta, conduce ancora altrove.
Ecco dunque la trappola: i seguaci del Buddismo non raggiungono mai lo scopo finale, ma gli viene insegnato che ci vorranno parecchi anni prima di poter ottenere l'appagamento che cercano, e solo per ritornare poi nuovamente nell'interminabile circolo dell'insoddisfazione. Inoltre, il concetto di "puro" dell'ottuplice sentiero è variabile, pertanto non esiste un solido fondamento su cui costruire.
In questo concetto di guadagnarsi l'accesso a Dio esiste un serio problema: che razza di dio ingiusto vorrebbe che noi ci avvicinassimo a lui mediante un sistema? Non sarebbe incredibilmente ingiusto se noi potessimo raggiungere Dio mediante una progressione di cose da fare? E se una persona morisse prima di aver completato quel percorso? Dio dovrebbe dire: "Allontanati da me, tu non hai completato quel percorso". No, questo è l'esatto opposto di tutto ciò che Dio ci rivela di Sè. Egli è amorevole, potente, benigno, giusto, paziente, santo e misericordioso. È per questo che la Via per andare a Lui è tanto semplice. Chiunque può raggiungerLo indipendentemente dal punto in cui la persona si trovi nella propria vita, qualunque sia l'età e lo stato sociale.
In India, molti saggi da tempo immemorabile si adoperarono in diversi modi per carpire il segreto dell'Essere, il Divino Spirito. Azione, devozione, conoscenza e yoga sono i quattro maggiori sistemi di ricerca sull'Essere. Le vie dell'Azione, della Devozione e della Conoscenza possono essere seguite anche da gente ordinaria.
Ci sono altri sentieri che portano nomi diversi, come meditazione, concentrazione, preghiera, adorazione costante e rinuncia, ma tutti sono compresi nella Via dell'Azione.
La Via dello Yoga non è facilmente accessibile alla gente comune. Gli studiosi hanno dato differenti spiegazioni sulla Via dello Yoga e l'hanno divulgata in diverse maniere. La maggior parte di loro è arrivata ad una conoscenza libresca, ma senza una vera esperienza. Molti hanno seguito la via dello Yoga per mezzo del distacco e hanno sperimentato una certa felicità.
Ai giorni nostri, ci sono diverse persone che spiegano e insegnano i metodi dello yoga. Tuttavia, dal punto di vista pratico, non sono riusciti in alcun modo a sperimentare personalmente i risultati dello yoga. È facile a parole, ma è difficile mettere in pratica ciò che si dice.
Affermare che esistono persone fra la gente normale che possono spiegare il vero significato dello yoga è una menzogna bella e buona. Coloro che vogliono veramente comprendere lo yoga, dovrebbero disancorarsi da tutte le normali attività del mondo.
Lo yoga suggerisce il concetto di una confluenza fra la Divinità e i sacri modi di presentarsi dell'Essere. Come il fiume perde il suo nome, la sua forma e il suo sapore quando confluisce nell'oceano, così pure un essere umano non avrà più nulla da spartire col mondo quando si congiunge all'Essere.
Riusciremo a recuperare una bambola di sale dopo che è stata gettata nell'oceano? Sebbene provenga originariamente dall'oceano stesso, questa bambola di sale, una volta rientrata nell'oceano, vi si immerge completamente e si identifica con esso. Lo stesso vale per chi comprende a fondo il significato dello yoga: non esisterà mai più un'ulteriore occasione in cui condividere i piaceri del mondo.
Va tenuto in considerazione che per mezzo della saggezza si ottengono due tipi di conoscenza: una è in relazione al mondo materiale, l'altra è in relazione allo Spirito.
La conoscenza che riguarda il mondo vi permette di capire quanto vi sta intorno ed il meccanismo con cui la materia si sostiene. Ciò va detto per spiegare che anche prima di aver capito la forma ed il significato delle cose esteriori, queste sono già contenute in voi.
È una conoscenza che sta in stretta relazione con l'Essere, che avete già visto dentro di voi e conosciuto sotto qualche forma ed ora è veduto come una cosa esteriore.
Sto guardando questo pezzo di stoffa, ma la forma di questa stoffa è già stata impressa nella mia mente ancor prima che la vedessi. Quindi, a stabilire la vera forma di ciò che già esiste nella conoscenza interiore è il primo tipo di conoscenza.
Il secondo tipo di conoscenza è quello che vi consente di intravedere in tutti gli esseri viventi, l'aspetto atmico come unico e medesimo.
Questa verità è stata proclamata dai saggi con l'espressione Prajnanam Brahma (mantra vedico il cui significato letterale è "La Realtà Assoluta è Pura Conoscenza") .
Questo aspetto d'identità fra Realtà Assoluta e la conoscenza è presente in ogni individuo. Il controllo dei sensi e della mente, che non sono facilmente raggiungibili, sono indispensabili all'uomo che vuol evolvere e dare impulso alla propria conoscenza.
Ciò che si deve fare oggi è sorvegliare la mente, affinché non prenda direzioni sbagliate, ma si diriga verso il giusto sentiero. Molte persone, che vorrebbero controllare i loro sensi e la loro mente, compiono diversi tentativi ma, poiché non ottengono risultati soddisfacenti, finiscono per abbandonare persino la fede nel cammino spirituale. Alcuni diventano atei.
Se volete davvero elevare la natura umana al livello della natura dell'Essere, è indispensabile possedere le qualità della moralità e della verità. Dovreste capire cosa fare per vivere con queste qualità e mettere in pratica nella vostra vita ciò che irradia verità eterna. Dovreste adattare la verità eterna ai tempi in cui viviamo. Non c'è bisogno di cambiarne l'essenza o i contenuti, ma non c'è nulla di male nel modificare il proprio modo di pensare. Si tratta solo di cambiare il contenitore e non il contenuto.
In questo modo, se volete acquietare gli organi di senso quando sono in eccitazione, l'unico sentiero da percorrere è quello dell'Amore.
1) Yama - comandamenti morali
2) Niyama - autopurificazione
3) Asanas - posizioni
4) Pranayama - controllo del respiro
5) Pratyahara - emancipazione della mente
6) Dharana - concentrazione
7) Dhyana - meditazione
8) Samadhi - stato di coscienza superiore (unione con Paramatma)
19:33:44CIAO A TUTTI E BENVENUTI NEL MIO BLOG MI PRESENTO INNANZITUTTO I MIEI AMICI MI CHIAMANO ORSO BRUNO, QUESTO SOPRANNOME NON HA UNA STORIA ECCEZIONALE E MI E' STATO DATO DA UN AMICO FRATERNO; DI QUESTO BLOG DESIDERO CHE NE FACCIATE UNA ZONA FRANCA NELLA QUALE ESPRIMERE LE VOSTRE OPINIONI CIRCA ...
Continua...